Titolo: Una piccola bugia
Autore: K.A. Tucker
Casa editrice: Newton Compton
Data d’uscita: Gennaio 2015
Prezzo: 9.99 euro
Pagine: 320
TRAMA: «Fa’ che io sia
orgoglioso di te».
Sono le ultime
parole che il padre di Livie pronuncia di fronte alla figlia. Nei sette anni
trascorsi dalla tragica morte dei genitori, Livie ha fatto del suo meglio per
mantenere fede a quella promessa e si è occupata della sorella con grande
responsabilità. Ma con l’ingresso al college arrivano altre sfide inattese che
mettono alla prova la sua solidità e il suo cuore. Livie entra a Princeton con
un piano preciso: prepararsi per la scuola di medicina e incontrare un bravo
ragazzo. Ciò a cui non è invece preparata sono Reagan, amabile compagna di
stanza alla quale non riesce a dire di no, e Ashton, l’arrogante e attraente
capitano della squadra di canottaggio maschile. Ashton è anche uno dei migliori
amici di Connor, un ragazzo che corrisponde perfettamente a quello che Livie ha
in mente per sé. Perché allora continua a pensare ad Ashton? Quando Livie si
trova a dover affrontare voti mediocri, aspirazioni di carriera che sembrano
andare in fumo, e l’incapacità di gestire i sentimenti per Ashton (che non
vorrebbe provare), si troverà a rinunciare alla promessa fatta al padre. E
all’unica Livie che conosca…
LA MIA RECENSIONE: Dopo aver letto il primo libro di questa serie, ero euforica all’idea di
leggere il secondo. Ma, sfortunatamente, il risultato non è stato quello che
speravo. Mi aspettavo di urlare, piangere, ridere a crepa pelle come nel primo
e provare emozioni indescrivibili, ma non è stato cosi. Ovviamente, non è
brutto, ne noioso, anzi è bellissimo, ma non come ci si aspetta dopo primo libro.
I sentimenti, le urla e le lacrime ci sono state, ma di intensità minore. La
storia prende e ci si può immedesimare, ma in modo diverso.
Il libro parla della sorella di Kacey, Livie. Lei è sempre stata, tra le
due, la sorella responsabile, con la testa sulle spalle, con le idee riguardo
al suo futuro molto chiare: Princeton, un marito perfetto quanto lei, una casa,
dei figli e un lavoro in ospedale. Ma nell’arco di una sera tutto cambia: fa la
conoscenza di un ragazzo, Ashton, che fa vacillare il suo mondo e la mette in
crisi. Lei lo vuole, ma non è sicura che il sentimento sia reciproco. Allo
stesso tempo sa che non è lui il ragazzo che suo padre avrebbe voluto che
sposasse. Quel ragazzo è Connor, migliore amico di Ash e, ovviamente, lui è bellissimo, gentile, super
intelligente.. insomma il ragazzo perfetto;
Livie n’ è consapevole, ma è davvero
disposta a rinunciare al suo vero amore per rendere orgoglioso suo padre? E’
davvero quello che vorrebbe lei per se stessa? Grazie anche all’aiuto del
dottor Stayner, ormai diventato psichiatra di famiglia, Livie farà la scelta
migliore per lei e non per gli altri, come avrebbe fatto la “vecchia Livie”.
“L’unica cosa di cui mi pento è ce sia finita.
E sono io quello geloso. Alla follia”
Awwwwww …
Comunque, passiamo al protagonista maschile:
Ashton, bellissimo, super sexy, donnaiolo, romantico, gentile, arrogante,
sicuro di se …
“Sono intelligente
Sono affascinante
Sono dotato come uno
stallone
Ho smesso di fare il
donnaiolo
Sono uno che ci sa fare,
come hai potuto appurare l’altra sera.
P.S. Smettila di fissarmi le
mani, so cosa vuoi che ci faccia.”
Insomma, è irresistibile. Tutti si
innamorerebbero di lui, ma non è Trent. Al contrario del primo libro, in questo
caso, la storia d’amore è simile a tutte le altre. Lui è il tipico ragazzo che
“va con tutte”, ma gli basta una sera con Livie e basta, ha finito di fare
quello che ha sempre fatto, gli basta uno sguardo per cambiare e essere quello
che Lei vuole.
Ma non è tutto cosi semplice, c’è un segreto
nascosto e un matrimonio da preparare.
Anche in questo caso c’è la violenza, delle
ferite indelebili sul corpo e anche nella mente. Tutto è molto simile a “Dieci
piccoli respiri”, ma anche molto diverso.
“Perché non sei una
ragazza da una notte e via, Irlandese”. Sporgendosi per darmi un bacio sulla
mandibola, sussurra: “ Sei la mia ragazza per sempre”.
Se vi state chiedendo perché Irlandese, beh…
lo scoprirete solo leggendo.
La parte che mi è piaciuta di meno è stata la
fine, troppo veloce. Ci si aspetta molto di più dopo una storia come questa.
Anche questo è un libro che ci fa riflettere.
Libertà, ogni persona ha il diritto
di scegliere la sua vita e fare i propri sbagli e questo libro prova ad
insegnarci proprio questo.
Nonostante tutto non si può dire che, anche
in questo caso, la nostra amica Tucker non abbia fatto un buon lavoro, ma se al
primo abbiamo dato quattro stelline, a questo ne darei tre perché, a mio
parere, è meno intenso e coinvolgente. Aspettiamo con ansia il 7 Maggio
per il prossimo libro, che parlerà di
Cain, proprietario del Penny’s e una bellissima ballerina.
VOTO:
Questa recensione è stata scritta da ISABELLA.
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