Autore: Marta
Palazzesi
Casa editrice: Giunti
Pagine: 304
Prezzo: 12,00
euro
Serie: La casa
dei demoni #3
"Tu non conosci la paura", si è sentita dire tante volte dopo uno
dei suoi gesti avventati.Ma adesso Thea, la giovane cacciatrice di demoni
Azura, sa che non è così: la morte improvvisa di qualcuno a lei caro sta
facendo vacillare la sua spavalderia. Soprattutto quando, durante una
spedizione nel folto dei boschi rumeni, si trova di fronte un nuovo, insidioso
nemico: le Vâle Nere, entità malefiche delle foreste. Ma le sfide non sono
finite. Rientrata a Palazzo, Thea scopre che il padre Zarmayr se ne è andato
senza spiegazioni, ossessionato da una sua personale crociata. Ormai la ragazza
può contare soltanto sull'amore di Damian, ancora più forte dopo tante
difficoltà. Eppure neanche lui potrà aiutarla quando si ritroverà nella torre
nera di Vera Ruja, potentissima regina delle Vâle...
Uno scontro
all'ultimo sangue per un finale che vi lascerà senza fiato. L'emozionante
capitolo conclusivo della trilogia "La Casa dei Demoni"
Siamo giunti alla fine della saga “La casa dei demoni” e, se da
un lato sono contenta perché finalmente ci farà la famosa resa dei conti, dall’altro
vorrei poter leggere all'infinito questa storia affascinante che mi ha sicuramente
lasciato il segno.
Volevo fare una recensione un po’ "spiritosa" per restare in
linea con le altre della stessa serie, ma proprio non ci riesco, questo libro
lascia un vuoto dentro, ma non di quelli negativi, è un vuoto che aiuta a
riflettere e che sì, ti fa un po' disperare per la fine della saga... Una fine, se
posso dire, davvero triste... Perché nonostante la nostra protagonista sia felice
di come siano andate le cose, noi, da fuori, non possiamo che essere tristi, in più
aggiungete una giornata fredda e con la pioggia, ecco che avrete una Me
sdraiata a letto, sotto le coperte e una lacrima di tanto in tanto.
Rispetto ai libri precedenti, in quest’ultimo, abbiamo una
Thea molto diversa da come l’abbiamo lasciata. Più matura, più grande. Non vi è
molta ironia quando parla, ma è spesso seria e controllata. Nonostante segua
ancora il suo istinto, ora lo fa in modo più ragionato e sicuro. Infatti, dopo
la morte della sua migliore amica Serena, Thea non è più la stessa. Ha comunque
il suo grande amore Damian, ma la loro storia non avrà più un ruolo centrale
nel racconto, anzi sarà quasi del tutto marginale in confronto al resto. Per la maggior parte della storia i due saranno separati e la nostra eroina
dovrà affrontare tutto da sola. Quest’ultimo capitolo si concentra
principalmente sul cambiamento di lei e sulla scoperta di questo
nuovo mondo, fatto da personaggi bizzarri, che fino ad allora non era stato
conosciuto.
Si era chiusa una fase
della mia vita, quella degli scherzi, degli scoppi di rabbia, degli eccessi.
Devo ammettere che, nonostante l’assenza della storia
d’amore che tanto mi ha appassionato nei libri precedenti, questo è il capitolo della storia che mi
è piaciuto di più perché fa riflettere anche noi, comuni mortali, su ciò che la
vita ci dona e ci insegna.
Qui vediamo una ragazza che perde molto, ma allo stesso
tempo ritrova una famiglia che non credeva di avere, grazie alla quale capisce
che può ritornare a vivere nonostante tutto e può insegnare e condividere con
gli altri cose che molte persone non hanno avuto modo di vedere o provare nel
corso della loro intera vita, ma che lei, a soli diciannove anni, ha avuto la sfortuna
di toccare con corpo ed anima.
Nel corso della storia dovrà affrontare numerose prove,
spesso rischiando la vita, ma la sua fortuna è la presenza di persone che le
vogliono bene, pronte ad aiutarla anche se non sono più nel nostro mondo. La
sua capacità di vedere i fantasmi diventerà fondamentale per la sua
sopravvivenza, al contrario del suo potere da Incubo che, durante la maggior
parte della storia, non potrà essere utilizzato.
Il libro è diviso in due parti, la prima è la narrazione in
prima persona di Thea, la seconda è la narrazione in terza persona del passato
di Zarmayr, ma non solo, infatti, il
padre di Thea, dopo aver preso il potere al posto di Grigor, riceve una lettera
ed è costretto ad andarsene per salvare la sua famiglia e avvicinarsi di nuovo
all’amato fratello.
Finalmente scopriremo il motivo per cui Zarmayr è un padre
così poco affettuoso nei confronti di una figlia che, come scopriremo, ama più
della sua stessa vita. A dispetto di tutto, la sua storia è la parte che ho
preferito nel libro perché lui è un personaggio che mi ha sempre interessato
molto.
Inoltre, penso, che anche l’autrice abbia voluto dare il giusto spazio a
questo uomo che impariamo ad amare, adorare e a voler davvero bene,
nonostante il carattere. Anche lui, in questa parte del libro, perde parte
della sua ironia e della sua voglia di battibeccare con la figlia, o con
chiunque, assumendo degli atteggiamenti più seri e gravi.
Marta
Palazzesi, anche in questo capitolo conclusivo, ha voluto dare il meglio di se
stessa, scrivendo in modo impeccabile. Lo stile è maturato rispetto ai libri precedenti, ma riesce comunque a non risultare pesante,
anzi l’insieme è scorrevole e leggero. Si legge in un paio di giorni, ma
arrivati alla fine è quasi impossibile andare avanti velocemente perché le
lacrime cominciano a scendere, prima piano, ma poi sempre più velocemente e
abbondantemente, perché ci si rende conto che tutto sta finendo e non è il
solito lieto fine con tutti i personaggi che stanno bene e sono felici.
Non voglio
dilungarmi troppo con la recensione di questo libro perché, chi arriva a
leggere la recensione del terzo, non può non aver letto i precedenti, di conseguenza saprà già amare e apprezzare Thea
e la sua storia. Sono felice di aggiudicare quindi quattro gatti e mezzo. E lo
consiglio a tutti coloro che hanno voglia di riflettere, ma anche di vivere una
nuova avventura.
VOTO:
ISABELLA.
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