E non c’è
definizione migliore per descrivere questo piccolo scorcio di sarcasmo, doppi
sensi e originalità. Fra protagonisti paradossali, quasi comici, e uno stile
asciutto, mai scontato, il lettore sarà coinvolto in un’indagine per omicidio,
dalle tinte ironiche e caustiche, sullo sfondo di una cittadina immaginaria
ricca di “doppi sensi”.
Consigliato agli amanti del genere comico, delle
parodie in stile Pantera Rosa, di una lettura semplice ma intrigante.
GENERE: Giallo,
Parody Comedy
PREZZO: € 2,99
PAGINE: 50
ANNO: 2015, 22
Maggio
Doppio Senso è una piccola città dove le strade sono tutte a
senso unico. Qualcuno, arrivando da fuori, sarebbe portato a pensare che si
possa solo entrare ma non uscire, invece, la circolazione scorre tranquilla e,
prima o poi, la strada per andare a In Mona, il paese vicino, la trovano tutti.
Nella sala conferenze della biblioteca comunale è in corso
la presentazione del libro di Armando Bentivoglio, un noto scrittore sui generis
con monomanie bizzarre. Il romanziere, a un certo punto, decide di scrivere
sulla lavagna una frase ricca di significati e che possa contenere un’emozione:
“Ah… Ahh… Ahhh”. Basta una semplice
parola, pronunciata in modo diverso, a suggerire sensazioni di piacere o di
dolore, secondo l’interpretazione del lettore, in grado di andare oltre il
volere dello stesso autore. La differenza tra “il come si scrive” e “il come si
legge”. Il ritrovamento di un cadavere richiederà la presenza del commissario
Loquace, un poliziotto dai metodi alquanto singolari.
Un turbinio di battute e dialoghi caustici, spesso
inconsapevolmente comici dei vari protagonisti, caratterizzerà in maniera
originale le varie scene, creando un surreale collage di schegge impazzite. Una
parody comedy all’italiana con le sue nevrosi e le sue megalomanie grossolane e
i suoi personaggi grotteschi non meno suggestivi.
L'AUTORE:
NUWANDA
«Rispettando lo spirito di appassionata sperimentazione dei
nostri poeti, rinuncio al mio nome. D’ora in poi chiamatemi Nuwanda.» (cit.
film L’attimo fuggente).
L’autore, alla sua prima opera, ha scelto questo pseudonimo
che rievoca uno spirito: i capi indiani d'America si facevano dipingere il
simbolo di Nuwanda, un fulmine, sul petto per esprimere la propria forza.
Nuwanda: un fulmine che illumina il buio della notte.
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