Self publishing
Data d’uscita: 9 Dicembre 2014
Prezzo: 2,99 (ebook)
Pagine: 623
L’amore non funziona ad
intermittenza. Non puoi smettere di farlo semplicemente premendo un dito su un
interruttore. L’amore si porta nel cuore, ti condiziona l’esistenza, ti comanda
e, nei casi estremi, ti annienta. Bisogna imparare a gestirlo, a dominarlo e,
alle volte, anche a dosarlo.
La cosa incredibile del destino è che fa quel cavolo che vuole. Niente va come vorremmo (fortunatamente).
Perchè chi
vorrebbe trovare il proprio vecchio amore (non proprio vecchio) sdraiato su una
barella ricoperto di sangue? Credo nessuno.
Grace Wilson non
ha scelta.
Immaginatevi la
scena: dopo un massacrante turno di 14 ore, come se non bastasse, siete
“costrette” ad assistere due feriti gravi, vittime di un incidente stradale.
Afferrate la barella di uno dei due, e iniziate a correre con il dottore verso
l’ascensore che vi porterà alla sala operatoria. Giusto per curiosità gettate
uno sguardo alla faccia del malcapitato..e TA DAN! Vi ritrovare davanti la
vostra ex (non tanto ex), gigantesca cotta adolescenziale.
Io sarei svenuta
stecchita in un istante e, con la mia fortuna, come minimo avrei sbattuto la
testa da qualche parte e al pronto soccorso ci sarei finita io.
Ma Grace, per
nostra fortuna, non è così impressionabile e riesce a mantenere il sangue
freddo nonostante la situazione non sia proprio idilliaca.
La calma di
Grace, però, non è esattamente la caratteristica di spicco del nostro Josh. Il
broker, infatti, ripresosi un pochino dall’operazione viene trasferito nel
reparto di Grace e, una volta riconosciutala, scatena un putiferio
difficilmente emulabile da noi comuni mortali.
Inutile dire che
me la sono goduta per tutto il tempo in cui la situazione è andata avanti.
Quando poi è
entrata in scena Mau-qualcosa, la ragazza d Josh dai tempi del liceo, il libro
è entrato a pieno diritto nella top ten delle situazioni più imbarazzanti mai
trovate in un romanzo.
E, almeno per
me, imbarazzo significa tante risate.
Come ho detto
prima, Josh e Grace sono uno il contrario dell’altro e questo fa sì che anche
con uno scopo comune i due diano vita a una serie di situazioni esilaranti, che
condurranno ad un happy ending..o forse no.
Comunque il
libro ci insegna una cosa importantissima, che nessuno si è mai sentito in
dovere di rivelarci: scegliete la carriera di infermiera/dottoressa oppure
fatevi ricoverare in ospedale ragazze, perché ci potreste trovare una
Grace-non-mi-piaccio-ma-sono-figa, un Josh-stronzetto-ma-da-infarto, una
Jenny-tutta-tette o un Nick-dottore-tutto-muscoli.
Che dire,
Bittersweet mi è piaciuto proprio tanto.
Ho adorato ogni
battuta al vetriolo tra Josh e Grace, ogni sproloquio da psicologa improvvisata
di Angela (la migliore amica di Grace), ogni assalto da piccola psicopatica con
seri problemi di gestione della rabbia di Mau.
Il romanzo nel
suo insieme è molto scorrevole e si legge velocemente, nonostante la sua
lunghezza. Ma la cosa più sorprendente, secondo me, è che Bittersweet è un self
published.
Ora, se avete
letto qualche self published, sapete che la maggior parte di loro non sono
malaccio, ma nessuno “spicca” per originalità o stile. Bittersweet è
l’eccezione che conferma la regola.
Anche il mancato
happy ending finale (ooops!) è inusuale e mi rende curiosissima di leggere il
seguito, Stardust (qualcuno come me).
Per questo vi
lascio e me ne vado a leggere il romanzo, voi leggete assolutamente questo e,
parola di giovane Marmotta, non ve ne pentirete (se non vi piace tenete
presente che non sono mai stata uno scout..).
VOTO:
Questa recensione è stata scritta da GIULIA
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