Il peso di un segreto porta Arianne alla Mogove High School,
una scuola privata che le permetterà di rimanere un anno lontano da casa e da
qualsiasi persona lei abbia mai conosciuto. Al suo arrivo, però, scopre con
grande sorpresa la presenza delle cugine Juls e Myranda, perse di vista ormai
da anni dopo aver trascorso l'infanzia come sorelle. Le loro personalità
differenti sembrano complementari, tanto da spingerle le une verso le altre,
proprio come un tempo, e tanto da attirare le attenzioni di ulteriori persone
intorno a loro. Su tutti, Richard Evans, che dimostra aperta e gratuita
ostilità nei confronti di Arianne; eppure è sempre intorno a lei, forse a causa
delle lezioni in comune, forse perché la osserva più di quanto desideri
ammettere. Lei lo cerca sempre, ne è ossessionata e, fra timori e scontri, fra
loro sboccia qualcosa di inaspettato che non può più essere negato.
Una storia che parla di legami, desideri, amicizia, amore e
fiducia, simbolicamente districata nel corso delle pagine attraverso la teoria
dei sei gradi di separazione.
“ Se una persona è distante un grado di separazione dalle
persone che conosce personalmente, e due gradi di separazione dai soggetti
conosciuti dalle persone che conosce personalmente, è distante al massimo sei
gradi di separazione da ogni persona presente sulla Terra. In pratica, ogni
persona è collegata a una qualsiasi altra da una catena di conoscenze con non
più di cinque intermediari…”
Frigyes
Karinthy
La storia inizia misteriosamente e, sì, posso affermare che
finisce portandosi con sé un mistero insoluto. Ma prima di correre alla fine
del romanzo, ho molte cose da dirvi. Innanzitutto non è la prima opera che
leggo di questa scrittrice, Federica Nalbone, bensì la seconda e, come tale,
devo dire che è stata la conferma ufficiale di ciò che pensavo di lei. Per chi
non avesse letto la mia recensione di ‘Soltanto un altro giorno’, (Qui) in breve,
secondo me lei è davvero eccellente. La scrittura è scorrevole ma articolata;
non usa termini banali e i dialoghi sono sempre interessanti e dinamici.
Insomma, tutto quello che noi lettrici ci aspetteremmo da un bel romanzo. E
anche in questo romanzo, non mi ha deluso.
Vorrei aprire una parentesi particolare sul titolo, ‘6 gradi di separazione’. Come avete
potuto leggere nella citazione sopra riportata, questa è una teoria scientifica
secondo la quale ogni essere umano sulla Terra è distante solo sei gradi, ovvero
cinque persone. Solo il titolo ha una sua propria storia, ci sta raccontando
qualcosa che approfondiremo nel romanzo. Ed è una cosa inusuale; in genere, i
titoli sono banali, idioti (permettetemelo), casuali, insensati. Titoli che non
incuriosirebbero nemmeno il più grande dei lettori; ma questo ci dà un indizio
importante: non ci troviamo di fronte ad un qualunque romanzo.
La protagonista, Arianne, cattura la mia attenzione e
simpatia sin da subito. Ma per la prima volta forse mi ritrovo ad amare quasi
tutti i personaggi. Le cugine di Arianne,Juls e Myranda, sono dei personaggi
che dovrebbero essere secondari e, invece, se si fa attenzione si vede che sono
caratterizzate come fossero anche loro protagoniste. Rick è strano; è l’unica
parola che associo spontaneamente a questo personaggio. Devo ammetterlo, non
sono entrata subito in empatia con lui; non mi ispirava per nulla. Il suo
atteggiamento scontroso,riservato, arrogante non mi ha entusiasmato anche
se,ovviamente, durante la narrazione si scoprirà di più sul suo conto. La loro
relazione non si esaurisce nell’arco di dieci pagine, né risultano innamorati
follemente al primo sguardo, come due ‘stupidi’ teenagers. Costruiscono la loro
storia gradualmente, come faremmo noi nella realtà sostanzialmente.
“Arianne non capì se
il ragazzo avesse il rancore negli occhi o soltanto un involontario sguardo da
stronzo ma, in ogni caso, ispirava antipatia a pelle e doveva esserne ben
conscio. Eppure la dolcezza del suo volto si scontrava, facendo quasi a pugni,
con l’espressione scostante che assumeva. Le labbra lisce e piene erano strette
in una piega dura, le sopracciglia aggrottate; quel ragazzo sembrava un
controsenso di aspetto e atteggiamento, ma c’era tropo caos per indagare a
fondo su com’era e come sembrava.”
L’elemento che mi fa letteralmente amare questa storia, e in
generale gli scritti di questa ragazza, è il fatto che le storie, gli
avvenimenti, i rapporti amorosi o d’amicizia che siano, sono del tutto ancorati
alla realtà. Mi spiego meglio: quello che odio, personalmente, dei romanzi che
parlano ‘d’amore’ o in qualche modo di una coppia, sono surreali.( E non ditemi
di no perché la maggior parte è così!) E non c’è nulla di male, in fondo, nel
sognare, nell’immaginare un qualcosa che nella realtà non esiste; ma, a parer
mio, non c’è nulla di più bello di una storia che parla di qualcosa che è
reale, che può accadere, che è concreto. E’ molto semplice rivedersi nelle
azioni della protagonista e nelle sue
vicende.
Amiamo i libri perché ci trasportano in un mondo diverso da
quello in cui viviamo. Ci ritroviamo distanti anni luce dalla realtà e quando
sfogliamo l’ultima pagina della storia è come se le porte di quell’universo si
chiudessero e torniamo bruscamente alla cruda realtà che non è come abbiamo
immaginato, come abbiamo appena letto.
Questa cosa ci destabilizza, ci porta a
pensare di volere un mondo diverso, a desiderare di vivere una storia come
quella che abbiamo appena letto; rimaniamo delusi, in fondo, a riscontrare che
niente di tutto quello che abbiamo appena letto è effettivamente possibile.
Ma questo romanzo non è così. Quando ho letto l’ultima riga
non sono tornata alla realtà, perché già c’ero. Ed è stata una sensazione
bellissima capire che un qualcosa del genere potrebbe accadere; di certo, non
ne ho la certezza, ma in qualche modo la storia tra Rick e Arianne, il mistero
della sua famiglia, è realizzabile.
Quindi vi esorto a leggerlo, sono sicura che vi piacerà. E
poi ne vale la pena!
VOTO:
FRANCESCA.
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