Ogni volta che gridavo
e pestavo i piedi per la rabbia, o piangevo disperata per la frustrazione,
oppure diventavo verde per l’agitazione, lei recitava con calma queste parole.
Ogni volta. Esattamente le stesse parole. Avrebbe dovuto farsi tatuare quel
dannato mantra sulla fronte. <<Ma non ha senso!>>, strillavo io.
Non capivo mai. Cosa diavolo fa un piccolo respiro? Perché non un respiro
profondo? Perché dieci? Perché non tre o cinque o venti? Io sbraitavo e lei si
limitava a fare il suo sorrisetto. Allora non capivo. Adesso si.
LA MIA RECENSIONE: Sono queste le prime parole che aprono le porte di una storia appassionante
e travolgente che lascia dentro qualcosa che non ci si aspetta da una storia d’amore. Semplice, perché questa non è una banale storia d’amore come quelle
che ci circondano in questi tempi: con la ragazza dal passato difficile, il
ragazzo spavaldo, qualche bacio, un litigio e infine il matrimonio.
Questa è la storia di una ragazza che matura e capisce il vero significato
della parola “vivere”. Una ragazza che
dopo aver vissuto un’esperienza che le ha cambiato la vita torna ad amare e a
fidarsi delle persone che la circondano. Altro fattore a differenziare questa dalle
storie comuni, è che i ruoli sono invertiti: la ragazza è quella spavalda, la
bitch della situazione, quella che vuole fare “tutto e subito”, il ragazzo,
invece, è quello dolce, sensibile e che vuole andarci piano. Sia chiaro,
OVVIAMENTE è comunque terribilmente sexy e consapevole del suo fascino, come
ogni maschio che si rispetti.
Kacey, prima solare divertente, insomma l’opposto di quello che è ora. Quattro
anni dopo l’incidente sa di essere cambiata, e non in meglio. Ora ha un fisico da urlo grazie allo sport e
ne è consapevole, a volte fin troppo risultando fastidiosa. Cinque corvi sulla
gamba per non dimenticare, si descrive cosi:
La Kacey di dopo non
piange, neanche una sola lacrima. Non sono certa che sappia come si fa. Non si
apre riguardo a niente; non sopporta la sensazione delle mani altrui perché le
ricordano la morte. Non lascia avvicinare le persone perché il dolore segue a
ruota i legami. La vista di un pianoforte la fa piombare in una vertiginosa
confusione mentale. Il suo unico conforto è colpire a più non posso giganteschi
sacchi da palestra fino a che le nocche non le diventano rosse, i piedi le
fanno male e il corpo – tenuto insieme da innumerevoli barre e punti metallici-
sembra che sia sul punto di sbriciolarsi.
Insomma Kacey è una ragazza forte, indipendente, che crede di essere in
grado di badare a se stessa e a Levie, sua sorella minore, piccola, ma non
indifesa; anche lei durante la storia dimostrerà grande maturità per i suoi
soli quindici anni.
Trent è un ragazzo dolce, che nasconde un terribile segreto. Il tatuaggio
della spalla dice “perdono” e sin dall'inizio ci si chiede perché un ragazzo
cosi perfetto abbia bisogno di chiedere perdono. In poco tempo fa innamorare
Kacey, che sin dall'inizio con lui abbandona il suo strato protettivo e si
apre, come mai aveva fatto da quattro anni a quella parte.
Il loro primo incontro però non è come ci si aspetta. Le prime parole che
lei gli rivolge sono queste:
Poche cose mi fanno
andare fuori di testa. Occhietti lucidi e un corpo che si contorce sono tra
queste. <<Buffo ho sentito che in questi posti si aggirano anche viscidi
esseri a due zampe. Si chiamano sgorbi. Una vera piaga, potremmo dire.>>
Dolcissima…
Questa sua ironia la caratterizza per la maggior parte del libro; spesso mi ritrovavo a sorridere, se non addirittura a ridere di gusto davanti alle sue battutine che rivolge a chiunque. Senza distinzioni.
Questa sua ironia la caratterizza per la maggior parte del libro; spesso mi ritrovavo a sorridere, se non addirittura a ridere di gusto davanti alle sue battutine che rivolge a chiunque. Senza distinzioni.
Tornando a Trent possiamo dire
che sin dal primo istante che la vede si innamora e riesce subito a farle
passare la sua più grande paura. Respinge tutte le altre donne che gli girano
intorno per lei, una ragazza che a mala pena conosce
Con un piccolo broncio
lei dice come se stesse facendo le fusa: <<Sicuro? Te ne pentirai. Sono
piuttosto divertente come intrattenitrice.>>.
Gli occhi di Trent si
fissano sulla mia faccia e lui non fa neanche cenno di camuffare il fuoco che
vi brucia dentro. <<Non vorrei rimpiangere di aver lasciato la mia
attuale compagnia. Penso che sarebbe in grado in intrattenermi per una vita
intera>>
Ed è in momenti come questi che avevo gli occhi a forma di cuore sospirando
a ogni sua parola.
L’unico intento di Trent è quello di renderla felice. Di farle spuntare
quel sorriso di cui è innamorato ma che non vede trasparire spesso.
<<Il mio piano
ha funzionato? Ti ho resa felice?>>, mi sussurra all’orecchio.
Mi si mozza il
respiro. Succede sempre quando Trent è vicino. <<Non provo neanche a
descrivere quanto>>.
Il suo naso freddo mi
sfiora la guancia. <<Fallo>>. <<be…>>
Ma forse tutto questo ha un doppio fine, forse tutto questo non è reale
come crede Kacey.
Ci sono colpi di scena che fanno venire voglia di urlare, piangere e fanno
odiare la scrittrice perché non si può, semplicemente non si può.
Per fortuna Kacey incontra altre persone che la aiutano a crescere. In un
posto inaspettato incontra persone che la aiuteranno più di chiunque altro.
Soprattutto Storm, la sua vicina di casa simile a una Barbie, che diventerà
quasi subito la sua migliore amica perché sono più simili di quanto immaginano.
Durante tutta la storia la barriera che la protagonista si era creata
attorno crolla e si scoprono tutti i motivi del suo comportamento.
Insomma, tra segreti, colpi di scena non si può dire che la Tucker non
abbia fatto un ottimo lavoro. È un libro piccante, triste, felice, doloroso,
tutto al punto giusto, niente è esagerato. Una volta finito lascia quel ricordo
su cui ragionare che pochi libri riescono a fare; lascia qualcosa da cui
attingere per capire il valore della vita e delle cose che ci circondano.
Lo consiglio a tutti quelli
che vogliono leggere un bellissimo libro che non si limita a trascinarci in un
altro mondo, ma anche a ragionare sul nostro
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