martedì 14 marzo 2017

Com'è giusto che sia di Marina Di Guardo - Recensione

Com'è bello, com'è bello DEMOLIRE da Trieste in giù...

Ah ma come sono canterina oggi, ho anche inventato una canzone per il Demolition Book Derby, sono davvero un genio u.u
Ebbene sì, oggi torna la rubrica che noi amiamo, quella del Demolition Book Derby, ideata insieme a Jess (The Ink Spell).
Iniziamo subito!


Com'è giusto che sia

Marina Di Guardo
Genere: Thriller
Editore: Mondadori
Prezzo: Cartaceo 18,00€ - Ebook 9,99€
Serie: Autoconclusivo
Pubblicato: 24 Gennaio 2017

Trama: Bellissima e sensibile nel fulgore dei suoi vent'anni, Dalia potrebbe possedere il mondo. Invece, la sua fiducia nell'umanità è già gravemente compromessa: abbandonata dal padre prima ancora di nascere, è stata cresciuta dalla madre in completa solitudine, rotta soltanto dalla relazione con un uomo violento, delle cui aggressioni Dalia è stata testimone fin da piccola. Tormentata da incubi ricorrenti e con l'anima annerita dai lividi, la ragazza cova un desiderio inesprimibile, una sete di riscatto e vendetta che la brillante carriera di studentessa in medicina non basta a placare. Il volontariato in un centro per donne vittime di violenza le conferma ogni giorno quanto gli uomini possano macchiarsi di atrocità rimanendo impuniti. Finché il gelo che ha dentro finalmente deflagra, e decide di vendicare, una per una, tutte le donne abusate che ha incontrato sulla propria strada, a cominciare dalla madre. Si trasforma così in un angelo sterminatore che sceglie le sue prede con metodo e somministra loro l'estremo castigo con un calcolo e una freddezza che sfidano l'ingegno dei poliziotti incaricati di indagare sugli omicidi. E mentre la Dalia serial killer agisce indisturbata, la Dalia timida studentessa si imbatte in Alessandro, laureando in filosofia e barman introverso, che la corteggia con gesti premurosi e pensieri gentili. Tra i due si instaura una connessione profonda fatta di silenzi, slanci trattenuti, ferite condivise, che schiude una crepa nella corazza che Dalia si è cucita addosso per mettersi al riparo dall'amore. Ma ciò che non immaginerebbe mai è che, proprio adesso, dal suo passato possa tornare a braccarla il più spaventoso degli incubi. Marina Di Guardo esplora il lato oscuro di un'anima corrotta, costruendo un thriller travolgente che è pura tragedia greca sull'ineluttabilità del male.


Recensione

E' davvero difficilissimo scrivere questa recensione, ho così tante idee che mi frullano per la testa che trovare un ordine è complicato.
Parto dicendo che questo per me non è assolutamente un Thriller, non so cosa gli altri intendano quando parlano di questo genere ma per me leggereThriller significa restare con il fiato sospeso, avere il batticuore, cercare di comprendere e scoprire cosa si nasconde ed invece questo libro non ha nessuna delle caratteristiche da me elencate.


La storia parla semplicemente di una ragazza che ha visto da piccola picchiare la mamma e da allora
ha deciso di vendicarsi, da quel momento uccide tutti gli uomini violenti.
Questo è davvero tutto, in duecentottanta pagine ci viene raccontato soltanto questo.


Il problema però non consiste solo nella trama inesistente, in questo libro non funziona niente.
Prima di tutto il lettore non riesce ad immergersi mai completamente nella storia e ha difficoltà a capire in che modo certi elementi possano dare un qualcosa in più.
Se tu cara Dalia mi stai spiegando come hai ammazzato un tizio, dopo due righe trovo difficile leggere di te che vai all'Università a prenderti un cappuccino.
Questo romanzo è davvero difficile e pesante da leggere.

Trovo che l'autrice sia troppo acerba, l'ho notato da quei capitoli sconclusionati che contavano trenta righe e mi davano proprio l'impressione che non c'era abbastanza maturità da parte dell'autrice, quella che ti aiuta a sviluppare un concetto.
Ah ma non vi ho parlato degli errori grammaticali, ragazze volevo cavarmi gli occhi. C'erano periodi iniziati e mai finiti e interrotti con una congiunzione. Ma la sintassi?

MAI PERVENUTA.


Il tutto era campato in aria e poi con il finale si sfiora il trash del trash quindi davvero non trovo nemmeno un punto a suo favore.

Invece di spendere diciotto euro per questo libro, leggetevi solo la trama, racconta tutto ed è anche più carina del libro in sè.
Avevo grandi aspettative su questo romanzo ma devo dire che sono state completamente deluse.




VOTO:

11 commenti:

  1. Ciao! Chissà come mai un libro così è stato pubblicato... forse perché l'autrice è la mamma della fashion blogger più famosa d'Italia?!?

    Cattiverie a parte, già questo romanzo non mi ispirava granché, ma dopo la tua recensione...bah!

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    1. Questa cattiveria mi piace ahahahaha diciamo che questo è anche il mio pensiero...

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  2. Ma la figlia dell'autrice libri ne ha scritti o ha preferito delegare il compito alla madre perché era un settore che le mancava?
    AHAHAHAHAHAHAHAH Mi aspettavo che fosse un romanzo trash :D

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    1. Oddio a quanto ne so non penso abbia scritto nulla. Forse non ha tempo ahahahah

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  3. Concordo con voi, aggiungo solo una osservazione che la dice lunga sulla incapacità di scrivere se non per frasi fatte e risibili. Parlando della pistola a pagina 136 : " Le piaceva accarezzare con le dita il profilo, la compattezza dell'acciaio, l'aereodinamicita' del calcio. " ma quando mai un calcio della pistola e' aerodinamico? Forse voleva dire l'ergonomicita' del calcio. Ma tant'e e in più il libro e' un'accozzaglia di sostantivi, aggettivi tentativi di similitudini approssimati, improbabili e spesso anche fastidiosi. Senza parlare della trama: il solito giustiziere della notte trito e ritrito che fa un elenco dei morituri e ne ammazza uno per volta, poi tanto per inventarsi un finale mette insieme madre, fratello, padre.... e poi l'omicidio di Alessandro e' proprio la goccia che fa traboccare il vaso. Mi fa venire in mente quei viaggiatori che hanno frequentato tanti ristoranti nella loro vita e decidono di aprirne uno loro andando matematicamente a finire nella mediocrità più assoluta. Forse l'Autrice ha letto molti libri ma sicuramente non e' capace di scriverne, continui a fare la lettrice e faccia anche un po' un bagno di modestia perché scrivere e' una cosa seria. Ma possibile che Mondadori faccia un tale tipo di passi falsi, o forse la Di Guardo e' raccomandata? Posdibile

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  4. Concordo con voi, aggiungo solo una osservazione che la dice lunga sulla incapacità di scrivere se non per frasi fatte e risibili. Parlando della pistola a pagina 136 : " Le piaceva accarezzare con le dita il profilo, la compattezza dell'acciaio, l'aereodinamicita' del calcio. " ma quando mai un calcio della pistola e' aerodinamico? Forse voleva dire l'ergonomicita' del calcio. Ma tant'e e in più il libro e' un'accozzaglia di sostantivi, aggettivi tentativi di similitudini approssimati, improbabili e spesso anche fastidiosi. Senza parlare della trama: il solito giustiziere della notte trito e ritrito che fa un elenco dei morituri e ne ammazza uno per volta, poi tanto per inventarsi un finale mette insieme madre, fratello, padre.... e poi l'omicidio di Alessandro e' proprio la goccia che fa traboccare il vaso. Mi fa venire in mente quei viaggiatori che hanno frequentato tanti ristoranti nella loro vita e decidono di aprirne uno loro andando matematicamente a finire nella mediocrità più assoluta. Forse l'Autrice ha letto molti libri ma sicuramente non e' capace di scriverne, continui a fare la lettrice e faccia anche un po' un bagno di modestia perché scrivere e' una cosa seria. Ma possibile che Mondadori faccia un tale tipo di passi falsi, o forse la Di Guardo e' raccomandata? Posdibile

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